on the road
venerdì 8 febbraio 2008
sono qui a contemplare il mio silenzio mentale. un silenzio che sa di aridità dell'anima e cecità dsegli occhi, incapaci di cogliere i segni di una vita che ha il diritto di essere raccontata. senza scadere nel banale, s'intende. se le parole non hanno la voglia di andare incontro alla pagina è colpa del narratore che non trova le giuste argomentazioni per convincerle. in giorni di vento come questo tutti avrebbero diritto a un posto riparato, magari anche caldo ed asciutto, in modo che guardando fuori le cime dgli alberi piegati dalle raffiche , uno si possa sentire forunato dove si trova. queste parole suonano false anche a me che le ho scritte , dettate più dal desiderio di scrivere qualcosa che dalla reale necessità. qualcuno ha definito lo scrivere "terapeutico" , io continuo a praticare questi sentieri per non spezzare l'esile filo che mi tiene incollato al mondo dell'irrealtà. quel filo si sta staccando, sta morendo sommerso da una quotidianità che mi fa anche dimenticare di leggere i fumetti, mi sembra di giocare sporco se le cose nn hanno una logica ed un rigore definito, ecco, questo blog è il mio legame con la follia.
andrea
1 Comments:
Anonymous Anonimo said...
Gracias chico,

per il tuo aiuto con il web, e' stato molto utile...poi ti spiego!

Stavo leggendo il tuo post e mi e' venuta in mente la canzone di Vasco o Mannoia "la vita e' tutto un equilibrio sopra la follia"... credo sia vero! Credo anche che e' interessante e divertente essere un po' matti... una follia sana da piu' colore alla vita!

Ciao ciao Anna