on the road
lunedì 10 marzo 2008
postumi
scrivere una mail, o postare sul blog? scrivere una mail è poco democratico, io mi infilo nella tua casella di posta e tu mi leggi perchè devi. io posto sul mio blog e poi sta a te decidere se abbeverarti a questa fonte durante una sosta nelle praterie del www. scrivere, ma scrivere che? parlare del tempo che fa, del pilu che fa? parlare di argomenti su scala internazionale? no, non sono preparato. politica nazionale? ma che vuoi. politica locale allora! è tutto uno schifo lascia perdere. parlare di quello di interessante che succede a luco. c'è già il fantabarcentrale, meglio non ripetersi. parla di te allora, di ciò che fai, chi sei, i tuoi interessi. ma chi se ne frega? parla di sport, musica. preparazione scarsa, e si tratta di dare giudizi, no guarda non è il caso. potresti parlare della marsica, dei suoi angoli nascosti e fare un blog che aiuti il turismo, quantomeno aiuti a far conoscere questa zona. si potrebbe, forse domani, vediamo. potresti parlare del tuo ultimo sabato sera,della musica di quei due chitarristi acustici. repertorio vario, dai rolling stones ai pogues, dai pink floyd al blues di matteo allo swing di giovanna, il rock and roll di tullio e i tuoni di andrea. è stato un grande sabato sera, di quelli che io capisco dopo, oggi è lunedì e solo ora ci sto pensando. riapro e rileggo. "la giovine marsica" [...]mangia solo agnello lardellato arrosto fritto, con ripieno di mais fritto e pancetta [...] il punto di unione tra una parte del mio mondo e l'altra parte. la congiunzione. non stavo in mezzo, non mi trovavo a dover scegliere, eravamo insieme. un sabato sera, l' otto marzo, elio e lestorie tese con studentessi. elio ele storie tese con la dieta vegetale che si incastra nel gargarozz. stoned,un sabato sera che vale la pena di ricordare, ci si stringe a mo' di pugno poi ci si allontana. la voglia che succeda ancora, che l'alchimia si ripeta. si, serate come queste piacciono alle divintà del blues,queste serate piacciono a chi la vita la assapora, almeno un po'. mi hanno detto di non essere spettatore della mia vita. brutta cosa, essere spettatori della propria vita, è un po' come fare la fine di nessuno. un signor nessuno spettatore della propria vita che gli scivola addosso, senza il coraggio di fare nulla per invertire la rotta. c'è chi giura fedeltà alla divisa e fuma l'erba. c'è chi si vende al peggior offerente. c'è chi non transige, non si piega, c'è chi pensa e chi lavora. chi è lo spettatore? chi può capire fino in fondo che questi attimi sono andati per sempre, siamo in evoluzione continua, ieri è andato, finito. perdere un attimo di questo tempo è perdersi per sempre e non ritrovarsi mai più. perdere il proprio tempo è essere spettatori della propria vita. grazie a tutti quelli che ho conosciuto che non mi hanno fatto perdere il Tempo. grazie a certi sabati. grazie a voi, amici miei, che vi abbeverate a questa fonte. andrea
1 Comments:
Anonymous Anonimo said...
Beh che dire, so come sono andate le cose quella sera, io faccio parte delle tue parole e questa è la cosa che mi rende più fiero!! sono fiero di far parte del tuo mondo così semplice perchè fatto di cose primordiali, di gemme intelletuali!!! ricordo i tuoi occhi che erano di fronte ai miei ma a volte si chiudevano perchè eri a tuo agio e sapevi chi avevi difronte, sicuramente non ti avrebbe attaccato.

pace uomo....il MINg della NR